MANIMOTÓ

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La caratteristica fondamentale della mano umana è la sua adattabilità alla forma dell’oggetto afferrato. Su una superficie piana, come ad esempio un vetro, la mano si appiattisce e viene a contatto con parte del palmo e delle falangi. Se l’oggetto afferrato invece è voluminoso allora la mano si incurva e si vengono a formare degli archi secondo tre direzioni principali.

Manimotó scaturisce dall’incontro di Ariela Maggi e Giulio Canestrelli, si dà un nome nel ottobre del 2012 e per farlo sceglie la capacità delle mani di agire in funzione della forma dell’Oggetto che hanno davanti.

Manimotó ricerca un linguaggio teatrale visivo, sensoriale e grottesco con il quale esplorare differenti aspetti della nostra  contemporaneità.